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BIOMECCATRONICA

Cos’è la biomeccatronica

Quando si parla di biomeccatronica si fa riferimento a una branca comune ad altre due discipline: la bionica e la meccatronica.

Essa rappresenta un’innovazione dell’area protesistica del corpo umano. Infatti, grazie alla fusione di tecnologie ingegneristiche altamente avanzate, è in grado di guadagnarsi un posto nell’industria 4.0, in particolare nella creazione di protesi bioniche estremamente sofisticate ed efficienti.

In questo ambito, gli obiettivi non riguardano più solo un recupero degli arti, ma anche delle funzionalità sensoriali dell’elemento sostituito. Si possono percepire nuovamente tutte le sensazioni, come il freddo, il caldo e il dolore.

Grazie a questa branca si ha la possibilità di recuperare la funzionalità completa dell’arto.

Il collegamento tra uomo e macchina si fa sempre più stretto e ciò può avvenire solo attraverso la collaborazione tra ambiti disciplinari diversi, come la bionica e la meccatronica.

Campo d’impiego della biomeccatronica

La biomeccatronica trova sviluppo nell’ambito medico, in particolare nella terapia riabilitativa dei pazienti privi di arti, a cui deve essere ripristinata la funzione motoria e sensoriale, attraverso l’impianto di una protesi di ultima generazione.

La realizzazione di questo tipo di prodotti è possibile ottenerla solo con l’intervento degli esperti di due settori, apparentemente distanti tra loro ma comunicanti, come la meccatronica e la bionica.

Lo studio approfondito del paziente e della sua situazione motoria e sensoriale è fondamentale per raggiungere l’obiettivo sperato, ossia una protesi cibernetica in grado di recuperare tutte le sue carenze, non più solo funzionali, che riguardano il movimento dell’arto mancante, ma anche quelle relative alla sensibilità tattile.

Con questa collaborazione è quindi possibile ottenere un risultato praticamente perfetto.

Le protesi non sono più solo uno strumento per colmare un vuoto lasciato da una parte del corpo mancante. I loro movimenti non sono più così limitati e innaturali.

Ci troviamo difronte a dei prodotti altamente sofisticati, rispondenti ai segnali inviati dal cervello e quindi capaci di effettuare gesti volontari.

Questa è una vera e propria rivoluzione nell’ambito della riabilitazione motoria del paziente.

Prodotti della biomeccatronica: le protesi di nuova generazione

Per ottenere un prodotto altamente sofisticato e di ultima generazione come le protesi cibernetiche è fondamentale effettuare uno studio approfondito del corpo umano a cui si intende impiantare l’arto mancante.

Questo passaggio serve a garantire un’ottimizzazione del design del prodotto in questione e, di conseguenza, una migliore funzionalità dello stesso.

In seguito allo sviluppo di un’interfaccia è inoltre possibile trasmettere all’interno del sistema artificiale gli stimoli provenienti dai tessuti biologici del paziente. Essi poi vengono ritrasmessi al sistema nervoso centrale.

Così, i comandi volontari si trasformano in segnali elettrici che permettono alla protesi cibernetica di compiere movimenti naturali e volontari.

Grazie a questa evoluzione tecnologia, il rischio che ci sia un rigetto dell’arto impiantato diminuisce drasticamente.

Eseguire movimenti con il nuovo impianto è più facile, per via del collegamento diretto tra la protesi e il cervello. Il movimento che ne risulta è estremamente naturale.

I dispositivi meccatronici, uniti alle conoscenze biologiche, permettono quindi al paziente di recepire il nuovo arto come una parte naturale del proprio corpo.