Schedulazione a capacità finita o infinita

Solo uno di questi approcci potrà garantire una reale gestione delle risorse, eliminare gli sprechi e massimizzare l’efficienza del piano di produzione. Sai dirmi quale?
Le discipline del planning e dello scheduling sono due facce della stessa medaglia, il cui focus è una gestione della pianificazione nel breve, medio e lungo termine. Tuttavia i driver di questi approcci sono diversi a seconda degli obiettivi di business e in particolar modo rispetto ai vincoli di processo che traducono la realtà oggetto di studio. Pianificare a capacità infinita è un primo step verso metodologie più strutturate in cui le variabili di sistema quali risorse macchina, risorse uomo, materiali e attrezzature rappresentano dei key driver di efficienza di un piano di produzione; questa è la capacità finita.
Facciamo chiarezza sui due modelli.
La schedulazione a capacità infinita generalmente ha come target un piano denominato Master Production Schedule (MPS), un documento in cui sono elencate le quantità di prodotto finito (End Product) da produrre, suddivise per time period (generalmente di lungo periodo). Può essere corredato da una stima delle ore di lavoro necessarie (Capacity Requirements), generando una proiezione delle percentuali d’uso dei reparti, dando quindi un’indicazione di massima sullo scenario di produzione da perseguire per raggiungere i target prefissati (baseline).
Tale approccio deficita di un elemento chiave per tutte quelle società il cui Time to Market del prodotto finito è tale per cui non possono permettersi di ragionare senza i vincoli reali che puntualmente si manifestano nelle attività del day by day. Il modello gestionale di queste società è generalmente orientato secondo logiche di tipo Push.
La schedulazione a capacità infinita quindi ha delle assunzioni che non hanno l’obiettivo di ragionare secondo vincoli reali, piuttosto dare una evidenza di uno scenario “as soon as possible”, ovvero uno scenario di pianificazione al più presto. Questa metodologia viene spesso utilizzata per dare un’indicazione di “quanto si dovrebbe lavorare per evader il pool di ordini selezionati”.
Non verranno quindi considerati:
- Limiti di capacità risorse macchina
- Limiti di capacità risorse uomo
- Limiti di materie prime o semilavorati
- Ecc.
L’unico driver di schedulazione sarà la data di fine di ciascun ordine che rappresenterà il target del “backward process” nella definizione di una data di inizio al più presto.
Lo schedulatore a capacità infinita avrà il grande limite di non fornire un piano di produzione realistico secondo le reali disponibilità del sistema azienda, siano esse in termini di risorse che materiali, che attrezzature.
La schedulazione a capacità finita, al contrario, ha come scopo principale il rispondere ai requisiti di identificazione del miglior scenario di produzione secondo logiche di breve e medio termine. Indipendentemente dai volumi di produzione, dalla varietà degli articoli da produrre, un possibile ritardo causato da un fermo macchina, errori di setup, ecc., crea impatti non solo sul singolo articolo ma sull’intero portfolio ordini. Avere a disposizione uno strumento flessibile, che istantaneamente sia in grado di tradurre ogni possibile tipo di ritardo, in effetti sul forecast di produzione, è il miglior supporto alla strategia direzionale del sistema azienda. Non a caso, il vero valore aggiunto di uno strumento di pianificazione a capacità finita è quello di indentificare con anticipo future criticità, poiché nel momento stesso in cui in un piano di produzione vengono attuate delle azioni correttive, è già troppo tardi poiché implica una già manifestazione del problema.
Il fine ultimo di un approccio verso logiche a capacità finita è quello di identificare un piano di produzione efficace e concretizzabile, per utilizzare al meglio le risorse disponibili, per ridurre al minimo i tempi di produzione garantendo un flusso teso nel rispetto delle deadline condivise (siano esse interne ed esterne).
La pianificazione a capacità finita presenta quindi importanti vantaggi:
- pianificare in maniera realistica tenendo conto delle reali disponibilità
- utilizzare le risorse in maniera ottimale, evitando sovraccarichi, sprechi e sottoutilizzi
- monitorare in tempo reale l’intero processo produttivo
- supportare le decisioni aziendali. Grazie ad una visione completa e aggiornata del comparto produttivo e dei suoi risultati, si possono prendere decisioni più accurate, basate su evidenze.
Le opportunità di uno schedulatore a capacità finita, secondo Nicola Preto
Recentemente è stata raccolta un’intervista a Nicola Preto, Head of Project Management & Sales Engineer di GP Progetti che ci aiuta a comprendere meglio come funziona uno schedulatore a capacità finita e i suoi vantaggi.
— Il processo produttivo di un’azienda è cross-department quindi inevitabilmente costituito da numerosi input che, per loro natura, sono a capacità finita; basti pensare alle ore-uomo, alle risorse macchina, materiali e attrezzature.
Analizzando semplici casi reali, si consideri la prima variabile per eccellenza, ovvero la disponibilità della materia prima. A seconda del modello gestionali di un’azienda, la gestione delle scorte è di cruciale importanza al fine di garantire un flusso teso in produzione e gestire correttamente le diverse richieste di fornitura.
Anche le risorse macchina e/o uomo sono ulteriori variabili di sistema che possono creare dei conflitti; a titolo d’esempio si consideri un reparto di 10 risorse macchina che necessitano di un presidio costante, ma con solo 5 operatori disponibili (MRP Uomo); non sarebbe corretto definire un piano di produzione in cui vengano considerate come potenzialmente operative tutte le macchine contemporaneamente. Quindi? È determinante considerare la reale capacità operativa.
Inoltre, a complicare il quadro implementativo, un reale piano di produzione non può non analizzare i necessari componenti per l’attrezzaggio delle risorse macchina, poiché laddove anche solo uno di questi fosse mancante, verrebbe generato un fermo di produzione.
Utilizzare il modello di schedulazione a capacità finita integrata significa identificare il miglior scenario di produzione stante le sopracitate variabili di sistema, poiché l’obiettivo di ogni azienda è quello di ottimizzare l’intero portfolio ordini (logiche tipiche del Portfolio Management).
Un sistema integrato sarà un vero valore aggiunto se in grado di garantire la massima efficienza di tutte le risorse in esso descritte, garantendo quindi, un rispetto dei tempi di consegna secondo logiche strutturate e condivisibili con ogni asset aziendale. —
Ottimizzare l’utilizzo degli strumenti e delle attrezzature a disposizione attraverso una gestione più efficiente è possibile, grazie alle soluzioni software di GP Progetti.
Lo schedulatore a capacità finita di GP Progetti permette all’azienda di pianificare la produzione, fare simulazioni accurate, prevedere flussi e tempi di lavorazione e consegna.
Garantisce, in sostanza, di avere tutto sotto controllo.