Prof. Giambattista Gruosso

La smart factory è un processo in continua evoluzione che a partire dall’ultimo decennio sta portando le aziende ad affrontare forti cambiamenti non solo in termini di investimenti.

Questo concetto si è fortemente evoluto negli ultimi anni, ma rimanendo fedele alla sua definizione di utilizzo di diverse tecnologie digitali per creare una integrazione olistica tra persone, processi e mondo circostante.

Negli anni le aziende hanno cercato di fare proprio questo concetto, non senza difficoltà e disorientamento, ma con una forte accelerazione negli ultimi 5 anni.

Se pensiamo infatti a cosa è avvenuto negli ultimi anni a partire dalla pandemia di Covid 19 fino ad arrivare agli sconvolgimenti Geopolitici e Climatici vediamo che sono le aziende che sono state in grado di cambiare rapidamente, riescono ad avere successo nel loro business. E questa capacità di cambiare è fortemente legata alla adozione di una strategia digitale efficace.

Indubbiamente vi è una crescita dell’inflazione che viene indicata come il principale ostacolo alla crescita dalla maggior parte delle imprese, a cui si aggiunge l’aumento dei costi dell’energia che impatta in modo notevole su tutti i processi produttivi e logistici. Se da un lato queste spinte rallentano la crescita, dall’altro spingono le aziende ad affrontare nuovi investimenti tecnologici per contrastare i rischi che derivano da mercati in rapido cambiamento.

Le digital supply chain sono diventate fondamentali in questo scenario: la capacita di condividere informazioni e prevedere l’andamento di mercati e di stock sono un elemento con cui è necessario confrontarsi nella gestione aziendale.

La spesa in questo settore è aumentata negli anni: l’adozione della tecnologia è vista dalle aziende come il modo migliore per mitigare i rischi esterni e interni. Se pensiamo ad uno studio recente di Deloitte , si vede come in tutto il mondo la spesa per investimenti tecnologici  (rispetto ai ricavi) è salita dal  4,25% del 2020 al 5,85% del 2024 (Deloitte “Global Technology Leadership Study 2023”)

Nello stesso tempo l’implementazione e l’integrazione di nuove tecnologie rimane uno dei principali ostacoli, mettendo cosi in evidenza l’importanza del rapporto tra persone e tecnologia per ottenere risultati. Perché il tema principale non è acquistare tecnologia ma farla diventare un elemento perfettamente integrato nella vita aziendale.

Diventa sempre più necessaria una roadmap di lungo periodo che sappia armonizzare investimenti tecnologici ma anche strategie basate sui dati e sulla valorizzazione delle risorse umane.

È indubbio che coloro che oggi sono all’avanguardia nel settore manifatturiero, hanno saputo adottare una strategia digitale fortemente basata sui dati ed oggi stanno utilizzando i dati per alimentare l’intelligenza artificiale/machine learning per ottimizzare i processi.

Oggi non si può parlare di smart factory senza fare i conti con l’impatto crescente dell’intelligenza artificiale. Questa è un insieme di tecnologie che concorrono a ripensare ed efficientare i processi industriali, con uno sguardo al tema della sostenibilità. Infatti sempre di più alle tecnologie digitali si affianca il tema dell’adozione di politiche di sostenibilità e ESG, che vanno perfettamente integrate con le politiche digitali di trasformazione del lato OT.

La riduzione del consumo energetico, il riutilizzo/riciclo e la massimizzazione delle risorse sono elementi imprescindibili facilitati dall’uso di tecnologie che riescono a lavorare per la ottimizzazione estrema dei processi. I produttori si rivolgono alla tecnologia di produzione intelligente per raggiungere i loro obiettivi di sostenibilità ed ESG, con particolare attenzione al miglioramento della qualità, alla riduzione dei costi e all’aumento dell’OEE.

E le sfide sono ancora molte sia per il forte cambio tecnologico che viviamo, sia per le esigenze dei mercati.

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