Digitalizzare l’intralogistica per automatizzare la produzione
Siamo ormai abituati a vedere fabbriche sempre più caratterizzate da un elevato livello di automazione con fasi produttive interamente svolte da robot a ritmi elevatissimi che, fino a qualche anno fa, sarebbero stati inimmaginabili. Sebbene, naturalmente, questo abbia un forte impatto positivo in termini di produttività generale dell’azienda, rimane c’è un ampio margine per rendere questo miglioramento ancora più elevato.
Se la produzione è automatizzata, molto spesso, anche nelle fabbriche più avanzate tecnologicamente, non lo sono ancora i processi intralogistici e di asservimento alle linee produttive. È esattamente questo il gap che ancora separa dalla piena produttività le fabbriche che pure hanno automatizzato i propri processi produttivi.
Tale “lacuna” può essere colmata affidandosi ai robot collaborativi mobile (anche noti come AMR). Questi robot, infatti, nascono proprio per svolgere le operazioni di asservimento alle linee di produzione e per trasportare materiali, componenti, semilavorati e quant’altro da un’area all’altra della fabbrica.
I robot collaborativi mobile riescono a muoversi in totale autonomia e in assoluta sicurezza all’interno delle corsie di una fabbrica o di un magazzino, scegliendo sempre il percorso più efficiente per svolgere le proprie mansioni e riducendo drasticamente il tempo necessario a portarle a termine. Sono in grado di trasportare carichi anche molto elevati, fino a 1500 kg, senza stancarsi mai e con un’autonomia ben superiore a quella di un turno lavorativo da 8 ore.
Va da sé che se quando si riesce ad automatizzare anche quest’ultimo tassello mancante, la fabbrica raggiunge il massimo livello di digitalizzazione dei processi produttivi, i tempi morti vengono azzerati, le singole fasi produttive si susseguono l’un l’altra con la minima distanza temporale possibile. In altre parole l’intero processo produttivo avverrà a pieno regime e porterà il più alto livello possibile di produttività.