Le normative per la sicurezza dei robot industriali rappresentano un argomento molto importante che, vista la presenza degli automi sempre più diffusa, necessitano di essere conosciute.
Per questo motivo è bene analizzare tutte le diverse direttive che riguardano appunto i suddetti automi.
La normativa ISO 10218 e le sue parti
Un primo aspetto che deve essere necessariamente conosciuto è rappresentato dalla normativa che regola la sicurezza dei robot industriali.
Questa è conosciuta col nome di ISO 10218 e la suddetta è suddivida in due parti, ognuna delle quali diretta a una figura relativa ai robot stessi.
La prima parte della normativa deve essere scrupolosamente seguita da parte dei produttori dei robot, i quali devono necessariamente attenersi alle svariate direttive in maniera tale che ogni automa sia realizzato con materiali sicuri. L’intelligenza artificiale deve essere in grado di prevenire ogni potenziale conseguenza negativa ai danni dei lavoratori.
La seconda parte è invece dedicata agli integratori dei robot, ovvero le imprese che si occupano di sviluppare gli applicativi aggiuntivi affinché l’automa possa operare in maniera sicura sotto ogni aspetto.
In entrambi i casi è facilmente intuibile come tale normativa esplichi tutte le diverse misure di sicurezza che devono essere adottate per la creazione degli stessi automi seppur sia possibile notare come, l’insieme delle regole basilari, non siano del tutto esaustive.
Le normative ISO 10218-1 e ISO 10218-2 dovrebbero essere completate entro il mese di maggio 2021, anno durante il quale i robot industriali entreranno ufficialmente a far parte della produttività, ovvero questi saranno utilizzati da un numero di aziende superiore rispetto quelle attuali.
Seppur l’intera normativa sarà sottoposta a una revisione, alcuni aspetti della stessa sono già stati resi noti e permettono un utilizzo ottimale degli stessi automi.
Gli aspetti noti sulle normative in merito ai robot industriali
La normativa di livello C indica esplicitamente i confini perimetrali che devono essere rispettati nel momento in cui questi robot devono essere sfruttati.
Questo per evitare che vi sia un contatto, anche involontario con i dipendenti che operano in una determinata area.
Occorre conoscere nello specifico quelli che sono i limiti perimetrali, suddivisi in tre zone di cui la prima è la Grey Area, ovvero la zona che comprende l’intera stanza nella quale sono presenti i robot e le persone.
Questa è accompagnata dalla Green Area, che di fatto rappresenta quello spazio all’interno della stanza maggiormente condiviso dall’uomo e dalla macchina.
L’area verde rappresenta un punto fondamentale che deve essere calcolato con estrema precisione dato che occorre necessariamente evitare che il robot sconfini nell’area successiva, ovvero la Yellow Area.
Questa indica il perimetro vero e proprio nel quale opera il dipendente, ovvero il suo spazio che può essere definito come riservato.
In questa zona il robot industriale non vi deve accedere per alcun motivo e proprio grazie alla delimitazione che contraddistingue l’intera zona è possibile offrire al dipendente la massima sicurezza.
Il robot industriale deve quindi essere programmato affinché riesca a riconoscere, con estrema precisione, quelli che sono i limiti dell’area verde, la quale può essere pari a quella gialla ma mai inferiore, dato che in questo caso le due andrebbero a sovrapporsi, creando dunque un potenziale pericolo per il dipendente stesso.
A queste normative si aggiunge ovviamente la semplicità di programmazione.
Allo stesso tempo è fondamentale sottoporre i robot industriali a revisione periodica, affinché questi possano essere totalmente operativi e si possano evitare potenziali situazioni che rendono l’utilizzo degli automi meno sicuro nella logistica.